HTSI SOLE 24ORE
JULY 2023
from 13 to 14
LUCA BOMBASSEI / PUNTO DI VISTA
È tornato da New York con un Alex Katz. Fa la spola tra Milano, dove ha il suo studio di architettura, la tenuta in Puglia, dove produce olio, e Venezia, dove presiede la Venice International Foundation: preservare e innovare possono diventare sinonimi? Così pare.
I SEGNI DISTINTIVI DEL MIO STILE
Mi piace indossare una sorta di uniforme: mixo le proposte basic e tech di Uniqlo, riequilibrate dall’eleganza contemporanea, con quel tocco di eccentricità dei capi di Prada. Tengo aperto il link di Adidas per avere sempre pronte un paio di Stan Smith: trovo risolvano qualsiasi occasione. Le amo perché esistono da più di 50 anni e perché hanno saputo evolversi, attente alla sostenibilità: mi piace l’idea che entro l’anno prossimo saranno prodotte in materiale totalmente riciclato (www.adidas.it/stan_smith; prada. com; uniqlo.com).
LA MIA ICONA DI STILE
Non è una persona reale, ma il protagonista di un film e del suo remake: Alfie, interpretato nel 1966 da Michael Caine e poi nel 2004 da Jude Law. Entrambi sono perfetti nel ruolo della canaglia ironica ed elegante: quindi l’uomo libero e sfrontato che mi piacerebbe essere (a noleggio, su tv.apple.com/it).
LA VISTA CHE MI ISPIRA
Mi ispira e mi apre al mondo: è la vista dalla mia terrazza all’ultimo piano della Casa dei Tre Oci a Venezia, che dall’isola della Giudecca si allarga a 360 gradi sul bacino di San Marco (i piani inferiori del palazzo sono invece proprietà del Berggruen Institute, www. berggruen.org/work/tre-oci).
UN OGGETTO DA CUI NON MI SEPAREREI MAI
In contraddizione alla mia passione per il collezionismo, non sono attaccato a un oggetto particolare, perché a causa della mia distrazione perdo tutto. Quindi, forse, direi l’Apple Air Tag, un piccolo device con microchip che infilo nella borsa da viaggio o nella tasca della giacca: permette di ritrovare subito quello che cerco (da 39 euro, www.apple.com/it/airtag).
IL LIBRO SUL COMODINO
Non ho un comodino, ma una pila di libri e cataloghi d’arte. In cima, adesso, c’è quello della Biennale Architettura a cura di Lesley Lokko: da architetto l’ho molto apprezzata, perché incentrata sull’Africa e sulla sua diaspora e perché integra la storia dell’architettura con un racconto che mancava (fino al 26 novembre, www. labiennale.org/it/architettura/2023).
UN PIACERE A CUI NON RINUNCEREI MAI
È il cibo: soprattutto il vitello tonnato. Ho una mia classifica personale: sul podio, quello della Cantinetta Antinori di Firenze; al secondo posto, pari merito, quello dell’Harry’s Bar di Venezia e quello del Gatto Nero di Torino (tra gli antipasti, 22 euro, cantinetta-antinori.com; www.cipriani. com/it/harrys-bar; www.gattonero.it).
L’ARTISTA CHE COLLEZIONEREI SE POTESSI
Francis Bacon, che ho potuto conoscere bene in una monografica al Centre Pompidou di Parigi, nel 2019: Bacon en toutes lettres. Un percorso spoglio dal punto di vista espositivo, ma proprio per questo molto intenso. Quei colori hanno poi ispirato alcuni miei progetti architettonici (il catalogo in vendita su boutique.centrepompidou.fr, 42 euro).
IL MIGLIOR RICORDO PORTATO A CASA DA UN VIAGGIO
Un’opera di Alex Katz, comprata a New York, dopo aver visto la grande monografica allestita al Guggenheim. È uno dei ritratti della moglie Ada, che lui dipinge da quando l’ha conosciuta, nel 1957 (opere e quotazioni su www.artnet. com/artists/alex-katz/artworks).
NEL MIO FRIGO NON MANCA MAI
Il ghiaccio, una bottiglia di Hendrick’s Gin e dell’uva senza semi. Mi piacciono le cene, ma non mi metto mai ai fornelli: non volevo nemmeno la cucina, a casa, però mi sono arreso all’insistenza degli amici (Flora Adora è il nuovo gin in edizione limitata di Hendrick’s Cabinet of Curiosities, www. hendricksgin.com/hendricks-flora-adora).
L’ULTIMO PASTO CHE MI HA DAVVERO COLPITO
Da Sasabune, a New York. Non solo per il cibo – il sushi è ottimo –, ma anche per l’atmosfera e il pubblico. Dei luoghi che hanno saputo raccontare New York, questo ne coglie la contemporaneità: come architetto mi interessa molto (sasabuneny.wordpress.com).
UN POSTO INDIMENTICABILE VISITATO DI RECENTE
Il Savannah Centre for Contemporary Art (SCCA) che Ibrahim Mahama ha appena aperto a Tamale, in Ghana. Ci sono stato grazie ad APalazzo Gallery di Brescia, che rappresenta l’artista in Italia: un’esperienza unica, che ho voluto raccontare invitando Mahama a presentare il suo libro, Voli-Ni, nella mia casa veneziana. Il SCCA è una fondazione gestita da un gruppo di artisti e curatori: insieme hanno creato Red Clay, ai confini della città, un laboratorio con studi d’artista, spazi di ricerca, una collezione permanente di opere d’arte (Ibrahim Mahama è uno degli artisti scelti da Lesley Lokko per Force Majeure, la sezione che ha curato personalmente al Padiglione Centrale dei Giardini. Il libro Voli-Ni è pubblicato da Lenz Press, 45 euro, www. lenz.press/products/voli-ni).
IL MIO PROSSIMO VIAGGIO
Sarà in India, a Pimpri, alla periferia di Pune, nel Maharashtra: qui Brembo, l’azienda della mia famiglia, ha aperto un centro di accoglienza diurno per bambini e ragazzi. È il villaggio House of Smile (si può contribuire pagando una parte degli stipendi del personale, www.swadharpune. org/house_of_smile.html).
IL REGALO PIÙ BELLO CHE HO FATTO DI RECENTE
L’ho condiviso con gli amici, per il mio compleanno: siamo andati a visitare il Cabanon di Le Corbusier e la Villa E1027 di Eileen Gray a Roquebrune-Cap-Martin, in Costa Azzurra. Siamo arrivati dal mare, come faceva Le Corbusier (da marzo a novembre, prenotazioni su capmoderne. monuments-nationaux.fr/visiter).
LA MIA STANZA PREFERITA
È unica: è la ricostruzione della Casa di Fantasia progettata da Gio Ponti e da Piero Fornasetti per i collezionisti Mario e Lisetta Lucano, nel 1951. L’ho acquistata a un’asta, a Londra, giusto in tempo perché non finisse dispersa. L’ho riportata a Milano, dove era stata concepita per uno dei palazzi gemelli di piazza Piemonte, inserendola nel mio studio di architettura.
SE DOVESSI LIMITARE LO SHOPPING A UN QUARTIERE DI UNA CITTÀ
Sceglierei, piuttosto, internet, dove lo shopping è libero e più coerente al mio modo di concepirlo. La mia selezione è attenta alla contemporaneità, alla sostenibilità, al riutilizzo: compro su Drake’s, Husbands Paris, L’Étiquette. Per gli acquisti legati all’ambito professionale – oggetti di arredo storico e di design – c’è Morentz Gallery (www.drakes.com; husbands-paris.com; letiquette.com; www.morentz.com).
IL MIO MUSEO PREFERITO
È il PAC, il Padiglione d’arte contemporanea progettato a Milano da Ignazio Gardella nel 1979, a pochi passi dal mio studio. In questi mesi ricorda il trentennale della strage mafiosa in via Palestro: lo fa con un’edizione di Perfoming PAC dedicata alla relazione tra arte e memoria storica (Dance Me To The End Of Love, fino al 10 settembre, www.pacmilano.it).
IL MIO LUOGO A VENEZIA
Con due amici architetti, Gordon Guillaumier e Massimo Adario, sto ristrutturando la sede di Venice International Foundation, l’associazione per la salvaguardia di Venezia, di cui sono presidente. Sta diventando uno dei miei luoghi preferiti in città e mi auguro possa diventarlo per tutti i nuovi associati (venicefoundation.org).
LA MIA ARCHITETTURA PREFERITA
Il Kilometro Rosso di Jean Nouvel, l’Innovation District progettato fuori Bergamo all’inizio degli anni Duemila: un’esperienza paradossale fatta in doppia veste, di committente e di co-progettista (www.kilometrorosso.com).
SE NON FACESSI QUELLO CHE FACCIO
Farei il contadino. Poter riqualificare la mia masseria cinquecentesca, in Salento, mi ha fatto appassionare all’agricoltura. Ho piantato 3mila nuovi ulivi e iniziato una piccola produzione, che qualcuno ha soprannominato “Bombaolio”. È anche il luogo dove rifletto sull’arte che amo: perciò vi ho portato l’arazzo cucito con i pezzi di sacchi di juta dei raccoglitori di cacao di Ibrahim Mahama.
Testo di Lisa Corva
studio