ELLE DECOR ITALIA: 2022 MILANO DESIGN WEEK
JUNE 2022
from 406 to 421
LUCA BOMBASSEI/ BENVENUTI NEL MIO SALENTO
Filari di ulivi, muri a secco e ancora ulivi, interrotti soltanto da porzioni di verde popolate da greggi di pecore. Siamo poco distanti da Nardò, nel cuore del Salento, sulla strada che conduce all’antica masseria portata a nuova vita da Luca Bombassei, architetto e collezionista, amico di Elle Decor, che ne ha curato il progetto.
Il paesaggio sembrerebbe quello canonico se non venissimo colti di sorpresa da un terreno costellato da sfere perfette, di un verde intenso e lucente sotto i raggi del sole. “É una piantagione di cocomeri”, ci spiega divertito il padrone di casa, dandoci il benvenuto. “Mi sono stupito anch’io a scoprire questo paesaggio, metafisico come un quadro di de Chirico”, confessa Luca tradendo la passione per l’arte, un interesse che, insieme a quello per il design, è visibile in ogni porzione della residenza.
La masseria è stata costruita tra fine ’500 e inizi ’600, con una struttura fortificata che ne delimita il perimetro, proteggendo la ‘tumara’, corte centrale del complesso. “Volevo uno spazio dalle dimensioni idonee a ospitare amici, artisti e le loro opere, qualcuna delle quali era da tempo in attesa dello spazio giusto per essere valorizzata”.
Lo stato di conservazione della masseria era catastrofico, con una serie di interventi di epoche recenti drammatici: scale in cemento armato, stratificazioni prive di qualsiasi rispetto per la struttura storica. “Osservando i volumi aggiunti che ne deturpavano la bellezza originaria, i graffiti disegnati sugli intonaci che camuffavano il disegno delle facciate, ho intuito le potenzialità dell’edificio, cristallizzate nel tempo”. Anche gli elementi decorativi erano stati saccheggiati: non c’era più l’altare della cappella e i camini un tempo presenti nelle stanze. “I lavori di recupero sono durati tre anni. La cosa più bella è stata fare un’immersione nella cultura del luogo e nelle sue tradizioni, per comprendere le tecniche da utilizzare per il recupero o il modo di tagliare una pietra”.
L’attenzione all’esistente è stata maniacale. “Ho scelto di mantenere anche certe porzioni di intonaco antico per conservare le sfumature di blu rese più espressive dal tempo, e ho deciso di non ricostruire il tetto di una parte dell’edificio, per avere la sensazione di essere in una stanza a cielo aperto”, ci spiega emozionato. Considerazioni che svelano il criterio alla base del progetto, ovvero procedere per sottrazione più che per parti aggiunte: valorizzando l’architettura esistente, il carattere, la sua forza, senza inutili gesti di stile. “Non volevo vivere nella classica masseria estiva, mi interessava conferire allo spazio una sorta di carattere cittadino, con arredi e complementi che in qualche modo potessero essere ricondotti al design italiano, quello di Sottsass, di Scarpa e di Mendini, per esempio, pezzi che non sono comuni in un luogo come questo, ma che sento vicini al mio modo di intendere lo spazio”.
L’arte contemporanea è presente sia negli interni sia all’aperto, sulle terrazze che si inseguono lungo il perimetro e nel giardino centrale, dominato da due grandi carrubi, tra piante di rosmarino, timo, origano e mirto. “É la vegetazione tipica del paesaggio salentino, in grado di attecchire tra le rocce al centro della tumara”. Le opere, molte delle quali di grandi dimensioni, sono inserite con abilità diventando parte integrante del progetto. “Si tratta di lavori che scelgo spesso d’istinto, perché mi interessa un nuovo artista o il significato che trasmette un’installazione, senza immaginarne la futura collocazione”.
La masseria è costituita dal corpo di fabbrica padronale, con il portale d’ingresso, un androne e due livelli, con zona notte al primo piano e spazi per l’accoglienza e il relax al piano terra. La corte, delimitata da una pavimentazione su disegno, lambisce la vegetazione centrale; intorno, le ali perimetrali formano una sorta di C abitata. Qui sono collocate aree relax porticate protette da ampie volte a stella, da vivere soprattutto d’estate, e spazi living, più intimi, collegati al cortile da una sequenza di portefinestre ad arco. Oltre il muro fortificato, all’esterno della masseria, lo sguardo si perde di nuovo tra i filari di ulivi e la natura intensa del Salento.
Testo di Filippo Romeo
Foto di Andrea Ferrari
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